Sul suono dell’organo in Quaresima

di Aurelio Porfiri

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Giunti in tempo di Quaresima, si pone per alcuni la questione del suono dell’organo. Questa, è una questione che in fondo dovrebbe essere ponderata, prima di prendere decisioni che vanno contro la prassi e la tradizione della Chiesa. Nella Musicam Sacram viene detto: “Nelle Messe cantate o lette si può usare l’organo, o altro strumento legittimamente permesso per accompagnare il canto della «schola cantorum» e dei fedeli; gli stessi strumenti musicali, soli, possono suonarsi all’inizio, prima che il sacerdote si rechi all’altare, all’offertorio, alla comunione e al termine della Messa. La stessa norma vale, fatte le debite applicazioni, anche per le altre azioni sacre. Il suono, da solo, di questi stessi strumenti musicali non è consentito in Avvento, in Quaresima, durante il Triduo sacro, nelle messe e negli uffici dei defunti. È indispensabile che gli organisti e gli altri musicisti, oltre a possedere un’adeguata perizia nell’usare il loro strumento, conoscano e penetrino intimamente lo spirito della sacra liturgia in modo che, anche dovendo improvvisare, assicurino il decoro della sacra celebrazione, secondo la vera natura delle sue varie parti, e favoriscano la partecipazione dei fedeli”.  Quindi, in Quaresima non si può suonare l’organo come strumento solistico, ma esso,può solo sostenere il canto. Nell’Ordinamento Generale del Messale Romano si osserva: “L’organo e gli altri strumenti musicali legittimamente ammessi siano collocati in luogo adatto, in modo da poter essere di appoggio sia alla schola sia al popolo che canta e, se vengono suonati da soli, possano essere facilmente ascoltati da tutti. È conveniente che l’organo venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano. In tempo d’Avvento l’organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore. In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste”. Insomma, anche qui viene ribadita la regola che l’organo, come strumento solista, a parte alcune eccezioni, non può essere suonato in Quaresima.

In un interessante articolo di Gian Vito Tannoia su psallite.net, L’Organo in Quaresima, vengono dati alcuni suggerimenti per l’uso di questo strumento in questo tempo: “Evitare la monocromia liturgico-musicale significa, per l’organista, graduare sapientemente i registri e la fonica (nel rispetto delle forme liturgiche dei canti che si accompagnano), pur tenendo conto delle solennità/feste che possono coincidere con il periodo quaresimale (S. Giuseppe, Annunciazione, ecc.). Si tratta di “pensare” a ritroso e camminare verso le “sonorità pasquali”, in crescendo, sino al culmine della Veglia di Pasqua”. Questa idea del cammino verso la Pasqua, anche da un punto di vista musicale, è importante. La Pasqua è il culmine dell’anno liturgico, quindi una sana pedagogia di preparazione che tenga conto del ruolo della musica nella liturgia, è certamente una buona idea.

Il fatto che la Chiesa suggerisca di non suonare come strumento solista l’organo in Quaresima, va inteso come una grande valorizzazione del ruolo di questo strumento, non certamente come una sorta di diminuzione. Infatti, possiamo vedere in questo un certo parallelo, anche se è molto alla larga, rispetto a quello che fu fatto dagli ebrei al momento della caduta del Tempio di Gerusalemme. Nel Tempio di Gerusalemme, la musica era sfarzosa, festosa, eseguita da tanti strumenti e cantori. Ma caduto il Tempio, la musica si mutò in quella semplice ed essenziale eseguita nelle sinagoghe. Questa musica, come suggeriva lo studioso Enrico Fubini, è il segno di un’assenza, segno di un dolore per la perdita del cuore, del centro del loro culto, il tempio. La Quaresima, che sfocia nella Pasqua, è non di meno via dolorosa; è tempo favorevole in cui noi ci poniamo di fronte al mistero del dolore, del sacrificio, della passione. Ecco che il tono gioioso che il suono dell’organo può aggiungere, in questo momento viene messo da parte proprio per favorire la comprensione di questo senso di assenza, di mancanza. Il fatto di concedere l’uso dell’organo solo per accompagnare il canto, è in realtà una disposizione pratica. L’organo, in questo momento, viene quasi “messo da parte” proprio per significare quella maggiore austerità che ci guida verso la contemplazione della passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

In un articolo chiamato L’ambiente liturgico in tempo di Quaresima, in liturgiaculmenetfons.it, a cura della redazione, parlando dell’uso dei fiori viene detto: “Anche l’assenza dei fiori costituisce un segno tipico della Quaresima. Sono permesse tuttavia piante verdi. Questa norma non è formalismo, ma uno strumento educativo, affinché i fedeli siano richiamati visivamente all’austerità del cuore, della mente e della vita in vista di una purificazione dello spirito, mediante la penitenza e la conversione. L’assenza dei fiori richiama il deserto biblico, che riporta l’uomo all’essenzialità delle cose, richiama l’attenzione a ciò che ha valore e dispone alla verifica dei fondamenti stessi dell’esistenza umana e cristiana. Occorre naturalmente condurre i fedeli dal segno al suo significato e continuamente educarli alla lettura spirituale del linguaggio simbolico previsto dalla liturgia, in vista della applicazione nella vita del messaggio che nei segni è offerto. E’ questo il compito della catechesi liturgica, che ripropone oggi l’antica mistagogia dei Padri: attraverso i riti e le preci avviene l’iniziazione al mistero. E’ tuttavia necessario che l’austerità quaresimale sia un segno vero, motivato ed incisivo. Affinché sia vero, occorre che sia realizzato con determinazione e buon gusto. Perché sia incisivo, bisogna curare una reale assenza di fiori, che non ammette eccezioni in occasione di funerali, matrimoni o altre evenienze. I fiori che vengono portati in queste circostanze devono essere tolti dopo la celebrazione e trasferiti fuori dell’ambito della chiesa. Anzi sarà opportuno che i parroci spieghino per tempo ai fedeli il senso del segno dell’austerità quaresimale, li invitino alla sobrietà e li orientino a devolvere il denaro in opere di carità. E’ tuttavia conveniente che una sobria presenza di fiori metta in evidenza la croce penitenziale nella seconda domenica di Quaresima, per dar espressione alla luce della risurrezione, che già risplende nella gloria della trasfigurazione”. Come spiega bene questo articolo, i simboli, che siano essi visivi o auditivi, hanno una grande importanza per una efficace pedagogia liturgica. I simboli non sono qualcosa di accessorio, ma sono il modo in cui l’uomo comprende, in cui è messo in grado di immergersi in una ragnatela di significati che altrimenti potrebbero sfuggirgli.